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Veloci a piedi, forti nella vita: il tratto che accomuna chi cammina spedito

Camminare velocemente fa bene?Veloci a piedi, forti nella vita: il tratto che accomuna chi cammina spedito -officinamagazine.it

Camminare a passo veloce non è solo un’abitudine cittadina o un modo per arrivare in orario agli appuntamenti: rappresenta un vero e proprio indicatore psicologico e fisiologico.

Recenti studi condotti da psicologi e gerontologi confermano che una camminata spedita riflette un tratto caratteriale definito da una forte determinazione e un orientamento agli obiettivi, con benefici tangibili su corpo e mente.

L’Università di Portsmouth ha realizzato una ricerca su oltre diecimila individui, evidenziando come chi cammina con un passo rapido sia generalmente più estroverso e sicuro di sé.

Veloci a piedi, forti nella vita: il tratto che accomuna chi cammina spedito

Non è semplice impressione: la correlazione tra velocità di camminata e tratti della personalità è stata scientificamente dimostrata. Camminare con falcate ampie, petto aperto e sguardo rivolto in avanti è un segno di fiducia in se stessi, una vera e propria manifestazione corporea di chi ha un “motore interno” sempre acceso.

Camminare fa bene?

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Questa caratteristica si traduce anche in un vantaggio sociale: la velocità del passo trasmette un senso di leadership percepito dagli altri, come se il camminatore “turbo” avesse una naturale autorevolezza benevola. Studi di psicologia non verbale sottolineano che colleghi e amici tendono a riconoscere in questa andatura un segnale di capacità decisionale e presenza carismatica, spesso associati a un’accelerazione delle opportunità professionali e relazionali.

Un recente studio pubblicato su Nature Aging ha aggiunto un’ulteriore chiave di lettura: chi mantiene una velocità di circa 6 km/h presenta un’età biologica inferiore di ben 16 anni rispetto ai coetanei che camminano più lentamente. Questi dati suggeriscono che camminare veloce è un vero e proprio stimolo per l’organismo, simile a un “espresso doppio” che risveglia ogni cellula.

I vantaggi riguardano principalmente il sistema cardiocircolatorio e respiratorio, ma anche la corteccia prefrontale, area del cervello coinvolta nelle funzioni esecutive e nel controllo emotivo. Effetti positivi misurabili emergono già dopo soli tre mesi di camminata quotidiana a ritmo sostenuto, con miglioramenti evidenti nella resistenza fisica e nella salute mentale.

Tuttavia, non sempre un passo accelerato è indice di benessere. La psicologa Leticia Martín Enjuto mette in guardia da una “fretta cronica” che può mascherare ansia e stress non elaborati. Per alcune persone, camminare velocemente diventa un modo per fuggire da pensieri scomodi o emozioni difficili, trasformando il marciapiede in una sorta di tapis roulant emotivo.

Se il battito cardiaco resta elevato anche a riposo o se la sera arriva senza la possibilità di rilassarsi, è importante riconoscere questi segnali e rallentare, proprio come si fa con un impasto a lievitazione naturale che richiede tempo per sviluppare profumo e consistenza. In questi casi, il ritmo va modulato per evitare che la velocità diventi fonte di ulteriore malessere.

Al contrario, camminare piano non è sinonimo di pigrizia, ma spesso rappresenta un’occasione preziosa per la creatività e la riflessione. L’andatura lenta favorisce il vagabondare libero della mente, permettendo di raccogliere idee e intuizioni come funghi dopo la pioggia.

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